L’Unità di informazione finanziaria (Uif) ha aggiornato gli schemi di anomalia riferiti alle operatività sospette in materia di antiriciclaggio connessi agli illeciti fiscali, integrando un nuovo schema relativo alla cessione dei crediti fittizi, con l’obiettivo primario di fornire agli obbligati esempi di comportamenti anomali. I nuovi schemi aggiornati, redatti in collaborazione con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate sostituiscono quelli comunicati in data 15 febbraio 2010 e 23 aprile 2012, il primo in tema di frodi sull’Iva intracomunitaria e l’altro in materia di frodi fiscali internazionali e frodi nelle fatturazioni. Il nuovo schema previsto, lo schema “D”, è invece dedicato ai professionisti per segnalare quelle operazioni condotte adottando comportamenti fraudolenti legate alla cessione dei crediti fiscali (natura fittizia dei crediti ceduti, indebita compensazione con debiti tributari, oneri contributivi e premi realmente dovuti alle imprese cessionarie etc.)

Le cessioni fraudolente riguardano prevalentemente crediti Iva e diversi crediti d’imposta, mentre sono molteplici gli indici che identificano un’operatività connessa con la cessione di crediti fiscali fittizi.

Ad esempio può essere indice del rischio il fatto che l’impresa cedente, cessionaria o accollante sia di recente costituzione, o abbia una forma giuridica eccessivamente flessibile. Quindi occorre prestare attenzione al modo in cui le imprese cedenti o accollanti risultano essere strutturate e alle varie vicende sociali, come uso frequente di prestanomi o frequenti variazioni nella compagine societaria oppure della sede dell’impresa.

Accade infatti che al fine di eludere i controlli fiscali, i trasferimenti di crediti fittizi avvengano attraverso cessioni o conferimenti di aziende o di rami delle stesse costituiti prevalentemente da crediti fiscali, da parte di figure professionali diverse che spesso conseguono commissioni elevate rispetto ai servizi effettivamente prestati.

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